Appuntamenti gruppo di Torre Maina

AMORE PER SEMPRE E SESSO- superiori 24/04/2010 [letture: parte 1]




INCONTRO DEL 24/04/2010: ECCO LE LETTURE CHE ABBIAMO FATTO...

le lettere sono tratte dal libro ho amato una ragazza” di W. Trobisch, ed. Paideia

la storia del principe d'Orleans è tratta dal libro “il sogno dell'amore per sempre” di Ugo Borghello, ed. Ares



LETTERA 1:


Francois a Padre Walter

Sarei dovuto venire di persona. Ma al posto mio le arriverà questa lettera. Mi vergogno troppo e inoltre non ho il denaro per il viaggio, perché non insegno più. Mi hanno espulso dalla scuola. Ho amato una ragazza, ossia ho commesso ciò che voi bianchi e la Chiesa chiamate 'adulterio'. Però quella ragazza non era sposata né promessa a nessuno. Dato che nessuno aveva pagato per lei il prezzo matrimoniale,ella non apparteneva a nessuno e non capisco dunque a chi ho fatto torto. Anch'io del resto non sono sposato, e non ho mai avuto l' íntenzione di sposare quella ragazza,di cui non conosco neppure il nome. Quindi a parer mio il comandamento 'non commettere adulterio' non riguarda il mio caso. Perciò non riesco a capire perché la Chiesa mi esclude dalla comunione e decreta per me sei mesi di 'disciplina'. Mi ha denunciato uno dei miei allievi. Mi sento quindi abbastanza a terra. Signor pastore, lei mi ha battezzato e istruito a scuola. Mi ha dato più d'un consiglio e sa come sono diventato cristiano. Mi conosce meglio di mio padre. Mi dispiacei infinitamente di darle questo dolore, ma le dico apertamente: non mi sento propriamente colpevole.


Mi vergogno, sì, per le chiacchiere degli altri, ma mi considero ancora un cristiano. A lei ho il coraggio di dire ciò che penso, anche se La farò indignare. I miei istinti non sono in me per essere appagati? i miei organi sessuali non mi sono stati dati perché io li usi? Ciò che esiste, non deve anche trovare un impiego? Perché è peccato fare uso di ciò che Dio ha creato?

(clicca su "ulteriori informazioni" per leggere il seguito e la risposta!)



Ecco, la visita che Le faccio per lettera è finita. Me ne vado. Dato che tutti ormai mi disconoscono, non spero in una Sua risposta. Non ho altro da dirLe.



RISPOSTA:

Walter T. a Francois

B..., 17 gennaio

Ho ricevuto la tua lettera e ti sono grato d'avermi scritto tu stesso, prima che io venissi a sapere della cosa da altra fonte. Naturalmente sono rattristato. E mi dispiace anche perché io stesso ti avevo presentato per farti diventare insegnante. La franchezza delle tue domande però non mi indigna affatto. Al contrario, mi commuove profondamente e mi fa sperare di poterti aiutare un pochino. Permettimi dunque, rispondendoti, di essere altrettanto franco.

Lasciamo da parte per il momento la questione se il tuo caso possa essere definito 'adulterio'. Hai perfettamente ragione quando dici che gli istinti sessuali in sé non sono peccaminosi. Lo stimolo che provi alla vista di una ragazza carina, il batticuore che senti, non vanno affatto contro i comandamenti di Dio. Tu non puoi evitare questi pensieri e sentimenti, così come non puoi evitare che gli uccelli volino intorno al tuo capo. Ma a quegli uccelli tu puoi certo impedire che nidifichino nei tuoi capelli.

Certo, la sessualità nell'uomo è stata creata da Dio. E' un dono di Dio, è anzi uno dei doni più preziosi che tu abbia ricevuto nella tua giovinezza. Ma l'esistenza di quegli istinti non giustifica affatto che debbano essere appagati con leggerezza. La presenza di una forza non vuol dire ancora che la si debba lasciare agire alla cieca e senza freni. Che cosa diresti di un giovane che in una grande città si fermi davanti alla vetrina d'una salumeria e ragioni così: “Vedendo questi prosciutti e questi salami, ho più fame di prima. Essi destano il mio appetito. Ciò dimostra che sono destinati a me e che posso averli. Dunque ho il diritto di afferrare una pietra e sfondare la vetrina”? Hai detto: “ciò che esiste , deve anche trovare un impiego.” Giusto, ma ogni a tempo e luogo. Immagina che un tuo compagno diventi un vigile e possieda per la sua vita una rivoltella; e allora elabori questa filosofia: “ Questa rivoltella non me la sono data da me. Mi è stata data. Poiché mi è stata data, essa deve anche essere utilizzata. Dunque devo sparare, non importa contro chi”. No, egli non ha quel diritto! Se la rivoltella gli è stata data, egli è responsabile anche dell'uso che fa. Così è responsabile anche dell'uso che ne fa. Così è per la tua sessualità. Ne userai, potrai usarne, ma a tempo e luogo, e a certe condizioni. Dio ha disposto così. Nell'ambito dell'ordine da lui voluto la forza sessuale è benefica, dona la vita, serve ad unire due persone. Distaccata dell'ordine di Dio, diviene rapidamente strumento di disunione e dissoluzione, diviene fonte di crudeltà, di perversione, di morte. In altre parole: nella volontà di Dio l'unione fisica di due persone ha senso solo se è espressione dell'amore.


Una frase della tua lettera mi ha fatto particolarmente pensare. Tu scrivi: “ho amato una ragazza”. No, mio caro.

Tu non hai amato quella ragazza; sei andato a letto con lei: sono due cose del tutto diverse. Hai avuto una esperienza sessuale, ma non hai saputo che cos'è l'amore. Certo tu puoi dire ad una ragazza: «Ti amo», ma ciò che in realtà intendi è tutt'altro; tu intendi dire: «Voglio avere qualcosa. Non te, ma qualcosa di te. Non ho tempo per aspettare. Voglio averla subito. Di ciò che accadrà in seguito non m'importa. Non mi interessa se poi vivremo insieme, se tu rimani incinta. Ciò che m'interessa è il momento presente. Mi servo di te per soddisfare i miei desideri. Tu sei per me solo un mezzo perché io possa conseguire il mio fine. Io voglio avere. Avere senza condizioni. Avere subito». Ebbene, questo è il contrario dell'amore. L'amore vuoi
dare. L'amore cerca la felicità dell'altro, non la propria. Tu hai agito come un crasso egoista. Invece di dire: «Ho amato una ragazza», avresti dovuto dire: «Ho amato me e soltanto me. A questo scopo mi sono servito d'una ragazza». Lascia ch'io ti dica che cosa significa davvero «ti amo». Vuoi dire: «Tu, tu, tu. Ci sarai tu sola. Tu hai occupato tutto il mio cuore. Sei la persona a cui aspiravo, senza la quale sono imperfetto. Per te darò tutto, anche me stesso. Voglio vivere solo per te. Per te voglio lavorare. Te voglio aspettare, non importa quanto. Con te voglio essere sempre paziente. Non ti voglio forzare mai, neppure con le parole. Di fronte a te sarò sempre franco, sincero, trasparente. Ti voglio proteggere, custodire. Con te voglio dividere tutto, voglio dividere la vita. Ti voglio sempre ascoltare. Non farò nulla senza di te. Con te voglio rimanere sempre».

Ti rendi conto quanto la tua esperienza sia stata lontana da un'esperienza d'amore? Neppure il nome conosci di quella ragazza! Ella non è stata per te una persona, ma solo un numero. Non t' interessava né il suo passato né il suo futuro. Ti era indifferente ciò che passava nel suo cuore quando l'hai presa. E se ora ella ha concepito, affar suo! A te che importa? No, tu non l'hai amata! L'amore assume la responsabilità per l'altro. Chi ama non dice più 'io', ma 'tu': «sono responsabile per te — tu sei responsabile per me». Insieme le due persone che si amano stanno dinanzi a Dio e dicono non solo 'tu ed io', ma 'noi'. E questo 'noi' trova
sua piena attuazione nel matrimonio. Solo nel matrimonio l'amore fra uomo e donna può esprimersi pienamente, perché ha bisogno di costanza e di fedeltà. L'amore vero non può, non vuole aver mai una fine. Perciò dovresti essere molto cauto nel dire le grandi parole 'ti amo'. Anzi, dovresti dirle soltanto alla ragazza che un giorno sposerai. Il matrimonio soltanto è il luogo per la tua sessualità. Essa ti aiuterà anche ad amare tua moglie. Sarà una parola, una fra le tante, con cui le potrai dire quanto la ami. Ma prima del matrimonio questa parola non la puoi pronunciare.

Se lasci che la tua sessualità si scateni scissa dall'amore, ti prepari ad un matrimonio infelice. Chiudo così. Credo che questa lettera ti darà abbastanza da riflettere. Ma conta sempre sulla mia amicizia e sulle mie preghiere, nonostante tutto.

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