Ecco un po' di spunti estivi:un'Isabel Allende che con il suo romanzo d'esordio (più un racconto epico dai contorni lussureggianti) ha segnato profondamente la letteratura sud-americana del novecento: "La casa degli spiriti" è certamente un testo corposo, ampio, avvincente, affascinante, ma soprattutto caldo. Immersi nella narrazione dell'epopea famigliare dei Trueba la cui scalata sociale culmina e crolla, in uno scenario da tragedia eschilea, nella fallita rivoluzione socialista soverchiata da una dittatura militare in sudamerica (l'autrice riprende le vicende del Cile del secolo scorso, che ha vissuto sulla propria pelle) si respira il...
soffio caldo del vento dell'amazzonia, la calura della siesta delle due del pomeriggio del patio (momneto, ma soprattutto sentimento, ricorrente anche nei romanzi di Gabriel Garcia Marquèz), i passi pesanti di Barrabàs, il fruscio tra le tende di Clara chiarissima, chiarovveggente. Non è un'avventura che si racconta, è un tuffo nell'ignoto che nell'esperienza di un lettore non può mancare, un testo da divorare in queste notti afose ( io me lo sono "mangiato" in una settimana del luglio scorso in orari che andavano dalla mezzanotte alle 2-3 di notte senza accorgermi che la notte volava!). E' un romanzo che definirei "pieno": non c'è corda dell'animo che non tocchi. Irrinunciabile. Si accompagna bene con la visione del film (lunghissimo) tratto dal romanzo dal titolo omonimo, con una fantastica Meryl Streep, un caliente Jeremy Irons, una mai innocente Winona Ryder e, ciliegina sulla torta, Antonio Banderas.
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