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L' EMIGLIA CONSIGLIA... 3 - URGE UN PO' DI ORWELL!

Di fiera stirpe britannica, membro della Polizia Imperiale Indiana a Burma (il vecchio non scherza mica!), fermamente convinto del suo anti- imperialismo ed anti - colonialista nell'Inghilterra vittoriana del primo novecento e vicino alle classi più degradate della società, George Orwell è sicuramente uno degli autori più tosti in cui mi sono imbattuta. Un autore ricco di contraddizioni che neppure in un personaggio inventato poteva coesistere, Orwell fa astutamente di questa sua "pecca" il suo fascino irresistibile, che pervade ognuno dei suoi romanzi. Un precursore in tutto, in primis nella politica mondiale che anima quegli anni: in questo ambito avrebbe dimostrato un precoce anti-imperialismo nel 1927 dando le dimissioni dalla polizia birmana, un precoce anti-fascismo nel 1936 quando, nella guerra civile spagnola, fu gravemente ferito dai franchisti ed evitò per un pelo di essere eliminato dagli stalinisti, e un precoce anti-comunismo con "La fattoria degli animali" nel 1944 e con "1984" nel 1946-48, quando.. il grande alleato «zio Joe» Stalin era ancora visto come il salvatore della civiltà. Ciò non gli impedì di rifiutare un seggio tra i laburisti nel 1945, in quanto «il Labour non era abbastanza a sinistra». Gli scritti di Orwell andavano al nocciolo dell’esperienza di chi viveva in uno Stato di polizia totalitario, in un eterno presente animalesco senza memoria, lingua o speranza. La fattoria degli animali è una fiaba che racconta di animali che agiscono come uomini. 1984 è un reportage su uomini che agiscono come animali. «La morale da trarre da questo incubo pericoloso - scrisse Orwell in 1984 - è una sola: “Non permettere che accada. Dipende da te”».

«Il peccato di quasi tutte le persone di sinistra dal 1933 in avanti è che volevano essere anti-fascisti senza essere anti-totalitari», scrisse Arthur Koestler nel 1944. L’enigma finale di Orwell è che fu quasi solo lui, come risultato delle sue esperienze nella guerra civile spagnola, a vedere e raccontare nel suo Omaggio alla Catalogna come la tirannide fu contrastata da due gruppi distinti di persone: quelli che si opponevano in nome della libertà e quelli che combattevano con la speranza di sostituire la tirannide vecchia con una rivale, nella quale sarebbero stati loro a esercitare il potere. Grazie a Orwell, dal 1937 le linee di combattimento sono state tirate non tra destra e sinistra ma tra democrazia e totalitarismo.

"Omaggio alla Catalogna","La fattoria degli animali","1984" sono scandalose perle letterarie che hanno aperto al strada ad un tipo di pubblicazioni politicamente scorrete che ancor oggi si faticano ad accettare, purtroppo.

Per cominciare ad avvicinarsi a quest'autore, "La fattoria degli animali" è l'ideale: meno crudo di "1984" e più fiabesco di "omaggio alla catalogna". Una favola che è in realtà un'immensa metafora di come gli ideali di rivoluzione contro un "sistema" di cui però ci nutriamo, di "uguaglianza" che si riduce ad un annullamento dell'identità in favore di uno zero comune, di "libertà" da un ipotetico oppressore in favore di un fantoccio che altro non fa che ricalcare in modo grottesco chi ha, rovinosamente, tentato di rovesciare.

Sotto il semplice e quasi infantile titolo La fattoria degli animali si cela un romanzo che rispecchia la storia del comunismo.
Sono molte infatti le equipollenze, da Napoleon (che Orwell impersonifica in Stalin), Palla di Neve (Trotzkij), la distruzione del mulino che rappresenta la battaglia di Stalingrado .

BREVE RIASSUNTO

La fattoria degli animali è una parodia della riuscita iniziale, del graduale tradimento e del definitivo fallimento della rivoluzione sovietica.
Nella favola di Orwell gli animali di una fattoria vivono in una miserabile e amara esistenza di sfruttamento, maltrattamento e umiliazione sotto il dominio di un padrone avido e crudele.
Finalmente un giorno, gli animali, sotto la guida dei maiali, si ribellano e combattono affinché la fattoria si trasformi in una società giusta senza sfruttati né sfruttatori. In un’epica lotta cacciano il padrone (il sig. Jones ) e per un certo periodo riescono a condurre da sè la fattoria, rispettando gli antichi ideali. Ma ben presto emerge tra loro una nuova classe di burocrati sfruttatori, formata dai maiali, (gli stessi che avevano incitato il “popolo” a ribellarsi dall’oppressore) che con la loro astuzia, il loro egoismo e la loro cupidigia si impongono in modo prepotente e tirannico sugli altri animali più ingenui e semplici.
Tra questi i più potenti sono Napoleon e Palla di Neve, i quali aspirano a concentrare tutto il potere nelle loro mani.
Napoleon si circonda di un gruppo di cani che come sue milizie, scacciano Palla di Neve, e uccidono chi non è d’accordo con lui.
Il dittatore con furbizia fa poi ricadere tutte le colpe sull’esiliato Palla di Neve e si attribuisce invece tutti i meriti (come ad es. il progetto della costruzione del mulino, che poi fallisce miseramente, e anche in questo caso il crollo dell’edificio viene fatto passare come un atto terrorista di Palla di Neve).
Inoltre tradisce anche i suoi sostenitori come Gondrano, il cavallo, che conduce al macello quando non e’ più utile ai suoi progetti.
Gli ideali di uguaglianza e fraternità proclamati al tempo della rivoluzione sono traditi da un unico comandamento che si sostituisce agli altri sette: “TUTTI GLI ANIMALI SONO UGUALI, MA ALCUNI SONO PIU’ UGUALI DEGLI ALTRI”.
La frase che conclude il racconto ("…le creature di fuori guardavano dal maiale all’uomo, dall’uomo al maiale e ancora dal maiale all’uomo, ma già era loro impossibile distinguere fra i due.") è un modo ironico di Orwell per sottolineare l’utopia del comunismo, in quanto nessun uomo riuscirà mai a debellare il desiderio di potere.

Nonostante il semplice lessico e l’ironia utilizzata, il libro "La fattoria degli animali" resta in ogni modo un romanzo di enorme importanza dal punto di vista storico, poiché ci mostra il punto di vista “occidentale” verso il comunismo.
Il romanzo di Orwell inoltre è di facile e semplice lettura, anche se per apprezzarlo totalmente bisogna leggera “fra le righe” e intuire la sottile ironia con cui Orwell critica il comunismo.

Decisamente adorabile, lettura breve ma intensa, consigliatissima!

2 commenti:

GIAN ha detto...

accidenti EmY! un'analisi acuta e piacevole da leggere... ho letto solo la fattoria degli animali, devo ammettere, perchè l'idea di leggere qualcosa che mi ricordasse un programma condotto dalla Marcuzzi che conduce mi faceva l'effetto del Bifidus actiregularis...ma adesso mi hai fatto venire voglia!! lo metto nel mio pacchetto personale di "libri per l'estate"

maria chiara ha detto...

io ho letto 1984 e devo dire che è impressionante quanto certe cose siano diventate vere,purtroppo!

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